Teatro

Osservare, o la memoria della lava

Osservare, o la memoria della lava

All'Osservatorio Vesuviano, Dissonanzen propone uno spettacolo tra parole, musica, immagini in onore e memoria dello Sterminator Vesevo.

Vesuvio tra parole, musica e immagini: sabato 14 novembre, al Museo del Real Osservatorio Vesuviano di Ercolano alle 16.45, Dissonanzen, in collaborazione con L’Osservatorio Vesuviano – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sezione di Napoli, presenta lo spettacolo Osservare o La memoria della lava.

I linguaggi espressivi, nello stile di Dissonanzen, si intrecciano in uno scenario affascinante come il Vesuvio per raccontarne la memoria. Così le suggestioni sonore del sax di Riccardo Veno e del flauto di Tommaso Rossi si intrecciano con la voce di Antonello Cossia, ed il contributo di immagini delle installazioni video di Paola Pagliuca. Si tratta di uno spettacolo itinerante, ideato e realizzato come una visita nello storico e importantissimo luogo in cui il fenomeno vulcanico si studia, l’Osservatorio Vesuviano, il più antico osservatorio del mondo. La drammaturgia testuale quindi, curata da Antonello Cossia, nasce dalle parole degli scritti di autori che si sono occupati del Vesuvio, dal punto di vista scientifico, narrativo e poetico.

Si parte dagli studi eseguiti da Giuseppe Mercalli, raccolti dal suo discepolo Alessandro Mallardo e conservati nell’Archivio dell’Osservatorio Vesuviano” – spiega Antonello Cossia – “A questo materiale si va ad aggiungere la cronaca sulle eruzioni del Vesuvio. La cronaca antica, quella di Plinio il Giovane nella sua Lettera a Tacito e quella moderna con la descrizione dell’ufficiale inglese Norman Lewis dell’ultima eruzione del Vesuvio, così come è stata narrata nel suo romanzo Napoli ’44. A fare da contrappunto le schegge sonore della poesia di Michele Sovente con Vesuvio Vesuviazzo, come suono della parola che si adagia sulla partitura musicale”.

Le parole si intrecciano e fondono con la musica grazie ai flauti e i sax di Tommaso Rossi e Riccardo Veno, che eseguono la Mater Dolorosa dello Stabat di Pergolesi, ma anche loro composizioni  originali. “Brevi linee melodiche confluiscono in dissonanze e in brevi improvvisazioni” sottolinea Riccardo Veno – “come metafora della natura benigna e maligna del vulcano e del perenne stato di allerta provocato dalla sua viva presenza.”

Per la parte visiva, Paola Pagliuca ha predisposto installazioni che, mescolando le immagini di repertorio dell’eruzione del 1944 a video originali, fanno da sottofondo visivo allo spettacolo. Lo spettacolo, ad ingresso gratuito, si inserisce nel Progetto “Campania: dal Barocco al Contemporaneo” organizzato dall’Associazione Dissonanzen.

Ingresso libero fino a esaurimento posti Infoline: www.dissonanzen.it  e 3396276954